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"Sala d'attesa", composta di due parti (la prima eponima e la seconda intitolata Come le foglie) è più esplicitamente ricollegabile a illustri riferimenti letterari e artistici, attestati nelle opere di Samuel Beckett, Dino Buzzati e Edward Hopper. Attendere è un'altra declinazione di sperare, di temere, di riflettere illudendoci di fermare o rallentare il tempo. In tal modo è possibile concentrare lo sguardo rendendolo più acuto per ingrandire i particolari e tentare di scoprire i segreti di ciò che ci circonda o ci accade. L'attesa è anche azzardo, scommessa, sfida, preparazione all'ignoto e al mistero. In realtà, le due serie di sequenze sono unite da un comune denominatore, che fa capo al significato di precarietà esistenziale e di varco verso una trasformazione.